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Pio X, papa, santo.

Al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto. Pontefice dall'agosto 1903 al luglio 1914. Nato da una famiglia di modeste condizioni economiche, studiò gratuitamente presso il seminario di Padova per interessamento dell'allora patriarca di Venezia e fu ordinato sacerdote nel settembre del 1858. Esercitò l'attività pastorale come cappellano a Tombolo, parroco a Salzano e, nel 1875, canonico vescovile nella cattedrale di Treviso; nel 1884 fu nominato vescovo di Mantova, città in cui, su posizioni di intransigenza dottrinale e politica, favorì tuttavia le prime attività a sfondo sociale dell'Opera dei Congressi (V.). Nel giugno 1893 fu creato cardinale e destinato al patriarcato di Venezia, sede in cui esercitò con passione la sua azione pastorale (sinodi, sistematiche visite diocesane, ecc.) e promosse la crescita del movimento organizzato cattolico, non opponendosi a un locale ammorbidimento del non expedit (V.). Tale linea, che egli seguì anche durante il suo pontificato, pur mantenendo inalterate la condanna e l'estraneità rispetto allo Stato risorgimentale, mirava a promuovere intese tra "cattolici ubbidienti" e liberali moderati, al fine di limitare la presenza politica di socialisti e radicali. Alla morte di Leone XIII e in seguito al veto esercitato, secondo un anacronistico diritto, da Francesco Giuseppe contro il filo-francese cardinal Rampolla, il cardinal Sarto fu eletto papa. Il suo programma pontificale si caratterizzò per l'accento religioso e di cura interna della vita ecclesiale, secondo il principio instaurare omnia in Christo. La sua prima enciclica E supremi apostolatus cathedra (1903) esplicitò la già nota avversione del nuovo pontefice verso il Modernismo (V.) e il progressismo cattolico in genere. Nei confronti del primo, nel 1906 fu emanato il decreto del Sant'Uffizio Lamentabili sane exitu, in cui si elencavano 65 proposizioni errate della corrente modernista, mentre il secondo, almeno in Italia, veniva contrastato nella sua componente democratico-cristiana (V. DEMOCRAZIA CRISTIANA), una delle sezioni dell'Opera dei Congressi. Nel 1904 P. decretò lo scioglimento dell'Opera stessa, in cui erano vivi gli scontri fra l'anima conservatrice e quella progressista del Cattolicesimo italiano, allo scopo di ristrutturare il laicato secondo modalità più rigidamente confessionali e sottoposte all'autorità dei vescovi. Con la promulgazione dell'enciclica Fermo proposito (1905) nacque l'Azione Cattolica (V.) e dai suoi dettati scaturirono la scomunica per il fondatore del movimento democratico cristiano Romolo Murri. In essa, infine, si concesse la possibilità di parziale revoca del non expedit là dove i vescovi, vagliando ogni singolo caso, ritenessero opportuno. In tal modo i cattolici parteciparono alle elezioni e nel 1909 furono eletti 50 loro deputati. Nell'enciclica Pascendi dominici gregis (1907), P. espresse la formale ed esplicita condanna di tutto l'impianto ideologico modernista, indicando la necessità di preservare l'integrità della fede e censurando in genere qualsiasi dottrina di tipo razionalista applicata a questioni teologiche. Per quanto riguarda l'organizzazione ecclesiale, P. mise a frutto la propria intensa esperienza pastorale: ristrutturò parrocchie e diocesi; istituì seminari regionali per una più attenta formazione del clero; riformò e razionalizzò la curia romana, secondo un modello che accentrava i poteri nelle mani del segretario di Stato (quello da lui scelto fu Raffaele Merry del Val); istituì la segreteria particolare, che collaborava con il pontefice nelle questioni strettamente ecclesiali e religiose; emanò disposizioni liturgiche e, per l'Italia, il fortunato catechismo di P. e un nuovo breviario; promosse il canto sacro e gregoriano in particolare. Inoltre fondò l'Istituto biblico, allo scopo di rinvigorire un'esegesi che contrastasse l'approccio razionalistico e istituì una commissione per la codificazione del diritto canonico. Abolì personalmente le rimanenze degli antichi diritti di veto nei conclavi da parte di autorità laiche. P. fu costretto ad affrontare gravi tensioni con i Paesi europei: con le encicliche Vehementer nos e Gravissimo officii munere (1906) reagì alle leggi francesi sulla separazione tra Stato e Chiesa e l'abolizione del concordato tra Francia e Santa Sede; in Portogallo la neonata Repubblica confiscò i beni ecclesiastici, votò la separazione tra Stato e Chiesa e abolì le congregazioni religiose; in Spagna gli ordini religiosi correvano il medesimo rischio; in Germania erano violente le reazioni di liberali e protestanti alle accuse papali contenute nell'enciclica Editae saepe (1910). P. morì alla vigilia del primo conflitto mondiale, inviando negli ultimi giorni di vita un appello ai cattolici perché si scongiurasse un tale evento. Nel 1951 fu dichiarato beato e nel 1954 santificato da Pio XII. Gli successe Benedetto XV. Festa: 21 agosto (Riese, Treviso 1835 - Roma 1914).